Ma vi immaginate uno stuolo di avvocati, professori universitari e giuristi, da tutto il mondo, che parlano per una giornata intera di cocktail? E’ accaduto davvero. Se non ci credete, potete anche andare a cercare il convegno su YouTube (cercate alla voce Vinophila, media partner del convegno).
In quel di Grinzane Cavour, in Piemonte, sorge un maestoso castello appartenuto a Camillo Benso, Conte di Cavour. Proprio qui, a fine settembre, si è tenuto un convegno sul tema dei vini aromatizzati, organizzato, tra gli altri, anche da UGIVI (Unione dei Giuristi della Vite e del Vino), di cui faccio parte. Il convegno ha affrontato diverse tematiche, relative ai vini aromatizzati ed ai cocktail cui danno vita. Alcuni famosi, come Americano, Negroni, Manhattan, altri famosissimi, come lo Spritz o il Bellini. Il comune denominatore di questi cocktail è che tutti sono fatti a base di vino aromatizzato.
I primi tre, in particolare, hanno tra gli ingredienti il Vermouth di Torino. E’ importante dire il “nome completo” del Vermouth perché, nel 2017 è stata riconosciuta la tutela (IGP) al Vermouth o Vermut di Torino ed è stato costituito il Consorzio. Perché è importante parlare di Vermouth di Torino? Forse non tutti sanno che è stato proprio grazie al Vermouth di Torino che è stato inventato quel rituale mondiale per cui, ad una certa ora ci si incontra per prendere un aperitivo. Nel 1800, infatti, quel momento era denominato “l’ora del Vermouth”. O forse perché se ne producono 5 milioni di bottiglie che girano il mondo. Studi recenti hanno, inoltre, dimostrato come attraverso i vini aromatizzati le nuove generazioni si stiano avvicinando al vino. Senza la solennità dei c.d. Boomers, ma per ricercare socialità e semplicità. Ai Millennials o Gen.Z non interessa trovare il retrogusto ammandorlato nel vino, ma trascorrere in relax momenti con amici, fare festa. Un dato su tutti: vino -10%, cocktail ready to drink +10%. In crescita il fenomeno mixology. Vinitaly, nel 2022, ha colto la tendenza ed ha inaugurato l’area dedicata ai cocktail: superfluo dire che era sempre affollata.
E allora: “agitato, non mescolato”, con Aperol o con Campari, la “galassia vino”, qualsiasi forma abbia, merita sempre un approccio rispettoso e consapevole.
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